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COVID-19 – AGGIORNAMENTO DPCM 16/01: quali sono le novità per i ristoratori FINO AL 5 MARZO?

Con il nuovo DPCM, valido dal 17 gennaio al 5 marzo 2021, cambiano le regole per gli spostamenti così come le aperture e le chiusure di ristoranti, bar e negozi.

Tra vecchie zone arancioni, gialle e rosse e nuove aree bianche è forse il caso di fare il punto della situazione. 

Da lunedì 8 febbraio quasi tutta Italia si è tinta di giallo, vale a dire che ristoranti, bar, pasticcerie apriranno le loro porte fino alle 18.

Si trovano invece in zona arancione:

  • Umbria
  • Puglia
  • Sicilia

e per la Provincia Autonoma di Bolzano è stata firmata un’ordinanza che prevede per 3 settimane misure più rigide.

Anche in altre aree del Paese, tra cui la provincia di Perugia, 27 comuni del Molise e un’area della Toscana, sono scattate le mini zone rosse per contrastare la diffusione delle varianti del Covid.

Nelle aree rosse e arancioni sono consentiti soltanto i servizi di consegna a domicilio senza limiti di orario e d’asporto fino alle ore 18 per i bar senza cucina e fino alle 22 per ristoranti, pizzerie e altre attività di ristorazione.

E la zona bianca? Nel nuovo Decreto, infatti, è stata istituita anche un’area a basso rischio dove non verranno più applicate le restrizioni urgenti per il contenimento del Coronavirus, ma le attività si svolgeranno in base a protocolli specifici. Tuttavia rimarrà l’obbligo di distanziamento sociale e dell’uso della mascherina. 

Al momento, però, nessuna regione rientra in questa ambita categoria. Vi accederanno, infatti, solo quelle aree che per tre settimane consecutive avranno un’incidenza minore di 50 casi ogni 100mila abitanti e un Rt sotto l’1.

Ma quali sono le novità introdotte con il DPCM del 16/01? Vediamo di fare chiarezza.

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Quali sono le novità per bar e ristoranti introdotte con il Decreto del 16/01

Rispetto alle norme in vigore in precedenza, la novità sostanziale del nuovo DPCM riguarda principalmente i bar che non potranno più fare asporto dopo le ore 18.

Questo per evitare gli assembramenti da aperitivo che spesso si venivano a trovare per strada, anche se le norme imponevano il divieto di consumare cibo e bevande da asporto nei pressi del locale.

Quindi non possono vendere neanche da asporto dopo le 18 tutte le attività che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici ATECO 56.3 e 47.25 ossia: “bar e altri esercizi simili senza cucina” e “Commercio al dettaglio di bevande”.

E i ristoranti? In zona rossa e arancione sono sospese le attività dei servizi di ristorazione, tra cui troviamo anche i pub, gelaterie e pasticcerie. Resta però sempre ammessa la consegna a domicilio senza limiti di orario.

Quanto all’asporto, invece, come abbiamo visto, fatto salvo il divieto di consumo sul posto, i bar possono essere attivi fino alle 18, i ristoranti e locali con cucina fino alle 22.

Anche in questo caso ci sono delle eccezioni. Restano aperti, infatti, gli esercizi che si trovano all’interno di ospedali, aeroporti, porti, interporti e nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade. 

È inoltre consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti.

Infine, nelle regioni classificate in zona gialla è possibile servire i piatti ai tavoli fino alle ore 18 mantenendo sempre il numero massimo di 4 persone.  

Servizio al tavolo in sicurezza

5 misure per il contenimento della diffusione del Coronavirus

Il susseguirsi dei diversi DPCM ha generato spesso un po’ di confusione. Ci sono però alcune buone prassi igienico-sanitarie che restano invariate, utili sia per tutelare il personale del ristorante sia per rassicurare i tuoi clienti.

1. Sensibilizzare collaboratori, fornitori e clienti sulle buone prassi da seguire

È opportuno predisporre un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione applicate dal locale attraverso informative ben visibili e chiare apposte all’ingresso e all’interno del ristorante. 

In base alla tua clientela potrebbe essere utile tradurre le informative anche in altre lingue.  

Non è obbligatorio, ma può essere valutata l’opportunità di misurare la temperatura all’ingresso del locale con un termometro laser con lettura rapida impedendo l’accesso a chi supera i 37,5°C. 

Anche se la legge non lo impone può rivelarsi una misura utile per la prevenzione e la protezione non solo della clientela, ma anche del tuo personale.  

All’arrivo dei fornitori, inoltre, è sempre consigliato indossare guanti usa e getta per movimentare i colli dei prodotti ricevuti. 

Quando è possibile, infine, prima di far entrare gli alimenti nel magazzino, è buona norma procedere estraendo i sacchetti di alimenti dai cartoni ed eliminare poi i cartoni stessi senza introdurli all’interno del locale. 

Igienizzarsi

2. Lavarsi le mani in maniera adeguata e utilizzare disinfettanti

Le autorità in materia di igiene consigliano un lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone liquido per almeno 20 secondi. 

Qualora non vi fosse questa possibilità nelle immediate vicinanze, puoi mettere a disposizione di personale e fornitori gli appositi disinfettanti a base di alcol (concentrazione di alcol > 60%).

Per quanto riguarda la clientela, invece, sicuramente tra le prime azioni che hai effettuato per adeguare il tuo locale alle misure anti Covid ci sarà stata proprio quella di posizionare all’ingresso del tuo locale dispenser contenenti soluzioni igienizzanti.

Ricordati però di sostituirli periodicamente e di verificare che siano tipo gel a base di cloro e/o alcol etilico con una concentrazione tra 60-80%.

Nei bagni, infine, oltre al sapone liquido per la detersione, metti a disposizione dei clienti un ulteriore dispenser per la disinfezione delle mani.

3. Igienizzare le superfici e sanificare tavoli e menù

La procedura igienico-sanitaria prevede l’impiego di sanificanti adatti per igienizzare le superfici. I più adeguati sono quelli contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base cloro all’1%.

Al termine di ogni servizio il personale di sala deve igienizzare tutte le superfici, gli utensili e i contenitori se riutilizzabili. 

I menù devono essere anch’essi sanificati, ecco perché quelli digitalizzati rappresentano una buona soluzione.

Oltre a ridurre il rischio dei contagi i menù digitali offrono anche il vantaggio di poter essere aggiornati in tempo reale e in totale autonomia, con un evidente risparmio di tempo e di denaro.

Senza dimenticare che molti di questi menù offrono la possibilità di essere utilizzati anche come strumento per la gestione delle comande da asporto.

Igienizzante per personale e clienti

4. Favorire il ricircolo dell’aria all’interno del locale

Un ulteriore consiglio per lavorare in sicurezza riguarda il ricambio d’aria negli ambienti interni al locale, compresi quelli dove si trovano i servizi igienici.

Per limitare il più possibile qualsiasi forma di contagio è utile favorire condizioni di aria il più possibile pulita durante la somministrazione e il consumo dei pasti. 

Quando le temperature lo consentono puoi privilegiare i dehors oppure, quando questa soluzione non è praticabile, puoi incentivare l’aerazione naturale o artificiale.

5. Evitare gli assembramenti grazie ai sistemi di prenotazione

Privilegiare l’accesso dei clienti al locale attraverso la prenotazione è un modo facile e veloce che ti consente di controllare il flusso di gente ed evitare l’affollamento. Ricordati che la lista delle prenotazioni va conservata per almeno 14 giorni. 

Un altro modo per evitare gli assembramenti è quello di sfruttare pratiche come il food delivery ed il take-away

Cosa cambia con il nuovo DPCM nel settore della ristorazione

In definitiva, le novità principali di questo decreto sono rappresentate dal provvedimento di divieto di asporto per i bar senza cucina dopo le ore 18 e dalla possibilità per le regioni di rientrare, qualora ne posseggano i requisiti, in una zona bianca a basso rischio con regole meno stringenti

Per il resto sicurezza, chiarezza e tutela sono le parole chiave che in questo momento contraddistinguono qualsiasi rapporto interpersonale per il settore della ristorazione, sperando di tornare al più presto alla normalità, o quantomeno di rientrare nella tanto agognata zona bianca.

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